Abbiamo condiviso cibo, divertimento e una fede profonda 11 giugno, 2007

Catapultati in una civiltà lontana e diversa presto si viene a contatto di realtà difficili. Ma sempre i frati si rivelano preziosi e ricchi di insegnamenti che permettono a chi fa esperienza di missione di avvicinarsi a ciò che è nuovo. E l’esperienza si fa unica e indimenticabile.

In agosto, per un mese intero, che si è rivelato troppo breve, sono partito con tre conoscenti divenuti grandi amici per il Brasile e precisamente per il Maranhao, uno Stato situato nel nord est del Paese, la parte più povera e più arretrata. La nostra destinazione finale era Trizidela do Vale, un villaggio dell’interno che immaginavo costituito di poche case o forse addirittura capanne. Quest’idea corrispondeva all’immagine di missione che avevo in mente: andare a dare una mano a chi non ha nulla, né da mangiare né un luogo dove dormire. Invece, dopo 14 ore di volo e 4 di auto i miei compagni ed io ci siamo ritrovati in una cittadina di tutto rispetto con negozi, mercato, banca e un certo traffico di auto e moto. Al che ci siamo sentiti un poco fuori posto: ci siamo chiesti cosa fossimo venuti a fare, visto che a prima vista non sembrava una realtà bisognosa di aiuto. A prima vista! Con il passare del tempo ci siamo accorti che le case, allontanandoci un poco dal centro, sono nei casi migliori prive di intonaco e molto spesso fatte di terra. Che le automobili sono privilegio di pochissimi, così come le moto.

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